Il lavoro dell’attore è un lavoro di sottrazione. Più l’attore dà forma al personaggio, più la sua personalità, il “proprio vivere” si annulla, scompare. Ad un attore non sono richieste grandi abilità di acrobata, grandi doti fisiche, un attore è tanto più bravo quanto più riesce a rendere verosimili i personaggi che interpreta.
Il verosimile è il campo di battaglia del’attore, anche quando è chiamato ad interpretare un gigante di 8 metri o una formica ha l’obbligo di renderli verosimili, altrimenti fallisce.
La mimesi con il personaggio si raggiunge quando un attore trasferisce ad esso tutto il proprio mondo immaginario, tutto il proprio mondo interiore, e non lo “imita” ma lo fa VIVERE.
Amleto messo in scena da tre attori diversi non sarà mai lo stesso. Il pubblico, pur sentendo lo stesso testo, percepirà tre caratteri del personaggio diversi.
Una delle prime cose che chi aspira a fare l’attore deve imparare è l’uso del tempo interiore, Plasmare il tempo con il proprio immaginario.
L’arte dell’attore è un’arte molto pratica, poco intellettuale. Un attore deve sperimentare sulla propria pelle per conoscere, capire, approfondire. L’Arte non si impara se non da se stessi. Il formatore non può che tracciare sentieri basandosi su osservazioni generali, percorrere i sentieri fino in fondo, conoscere, aprire proprie strade è compito di chi agisce, non di chi forma.
Per far capire il concetto di tempo interiore, nel nostro percorso formativo facciamo fare sempre un esercizio.
Premessa: spiegare gli esercizi è un ossimoro. Essi sono pratici, messi sulla carta perdono gran parte della loro efficacia, il consiglio è quello di sperimentarli, di metterli in pratica.
L’esercizio del tempo si svolge in 6 step di 60 secondi, e in due step di 30 second.
Spiegazione dell’Esercizio:
I step di 60 secondi
Si chiede a chi fa l’esercizio di stare per 60 secondi completamente immobili con gli occhi chiusi.
I step di 30 secondi
Si chiede a chi fa l’esercizio di riflettere su come il corpo ha reagito al comando di immobilità.
II step di 60 secondi
Si chiede a chi fa l’esercizio, restando fermo sul posto e con gli occhi chiusi di muovere liberamente il proprio corpo nello spazio creando ampi movimenti.
III step di 80 secondi
Si chiede a chi fa l’esercizio, di ripetere i movimenti nello spazio ad gli occhi chiusi, tenendo i piedi e le gambe immobili, muovendo la restante parte del corpo e immaginando che si muovano anche i piedi e le gambe come nel II step.
IV step di 60 secondi
Si chiede a chi fa l’esercizio, di ripetere i movimenti nello spazio ad gli occhi chiusi, tenendo i piedi, le gambe e il busto immobili, muovendo la restante parte del corpo (braccia e testa) e immaginando che si muovano anche i piedi, le gambe e il busto come nel II step.
V step di 60 secondi
Si chiede a chi fa l’esercizio, di ripetere i movimenti nello spazio ad gli occhi chiusi, tenendo i piedi, le gambe, il busto e le braccia immobili, muovendo la restante parte del corpo (testa) e immaginando che si muovano anche i piedi, le gambe, il busto e le braccia come nel II step.
VI step di 60 secondi
Si chiede a chi fa l’esercizio di restare completamente immobile e di immaginare i propri movimenti nello spazio come nel II step
II step di 30 secondi
Si chiede a chi fa l’esercizio di riflettere su come il corpo ha reagito a questa seconda richiesta di immobilità.
Osservazioni: La nostra esperienza ci porta a dire che la prima richiesta di immobilità viene vissuta da chi fa l’esercizio con imbarazzo, tutti dicono che trovano difficoltà a mantenere il corpo completamente immobile, che i 60 secondi sembrano interminabili. Alla seconda richiesta di immobilità invece il corpo non crea nessuna difficoltà, i 60 secondi sembrano passare velocemente. La percezione del tempo fra il I ed il VI step è totalmente opposta
Francesco Scotto- Linguaggi Trasversali
P.S.: Gli esercizi descritti o sono inventati dall’autore o sono dedotti da esercizi visti, praticati e studiati da altri nel corso della sua esperienza, spesso è difficile ricavare le fonti. Quando le fonti saranno chiare verranno adeguatamente citate.