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Pinelli, classe ’56, è un attore, autore e regista Campano, volto noto nell’ambito del cinema e teatro partenopeo, nonchè nazionale. In teatro ha lavorato con Eduardo e Luca De Filippo, Pupella Maggio, Rosalia Maggio, Carlo Croccolo, Aldo Giufrè, Annamaria Ackermann, Mario Scarpetta, Benedetto Casillo, Gigi Savoia, Gianfranco e Massimiliano Gallo. Tra gli spettacoli più importanti: L’oro di Napoli di Marotta, Il paese di cuccagna di Serao, Cupido scherza e spazza, Don Rafaele ‘o Trumbone di De Filippo, Miseria e Nobiltà e L’Ultimo Scugnizzo. In televisione ha preso parte a serie e fiction di successo, tra le quali ricordiamo: La casa delle Beffe, Valeria medico legale 2, La nuova Squadra, Sirene, Liberi tutti, La linea Verticale, Topi 2. Ma è il cinema a portarlo al grande pubblico. Lo ricordiamo in Malefemmene di Conversi, E adesso sesso di Vanzina, Un uomo per bene di Zaccaro, Sarah sarà di Martinelli, in Caterina va in città di Virzì, ne Il Professore con Sergio Castellitto fino alla commedia Un’ estate al mare di Vanzina e Il Principe abusivo di Siani. A consacrarlo però è stato Paolo Sorrentino con il ruolo del pastore con le stigmate in The Young Pope del 2016. Da lì seguono collaborazioni importanti con Mario Martone in Qui rido io e di nuovo con Paolo Sorrentino nel film candidato agli Oscar E’ Stata la mano di Dio.
A distanza di nove anni rimetto in scena ‘O FIGLIO D’’O MALETIEMPO, una mia riduzione de ‘o tuono ‘e marzo di Vincenzo Scarpetta. Il mio intento, mettendo in scena una commedia “scarpettiana” è quello di non far dimenticare, negli anni a venire, ma anche in questi attuali, il teatro di una volta, quello che ha dato e dà all’attore la possibilità di esprimersi con tutto quanto questi ha a disposizione. Certo, lo faccio anche introducendo rinnovamenti non solo nella composizione delle sue commedie (in questo caso da tre atti a due e da tre ambienti a uno) ma in tutti gli aspetti dell’arte scenica: dalla recitazione, al trucco del volto, alle posture dei vari personaggi, alla mimica etc… etc…In questa riduzione, la commedia risulta alleggerita e resa più moderna anche con il taglio di intere scene, lasciando immutata la storia. I personaggi, sono molto più vicini ai giorni nostri nel modo di agire e anche nel linguaggio. In questo modo il pubblico, in particolar modo i giovani, riescono a “gradire” e a “sopportare” meglio questo “teatro di tradizione” che sempre di più rischia di essere “dimenticato” del tutto… Sarebbe un vero peccato…. Lo credo fermamente. Buon divertimento e buon Teatro.
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