Se guardi il cielo, alzi gli occhi (I Parte)

Linguaggi trasversali LOGOMolti si chiedono che senso abbia iscriversi e partecipare a corsi di Teatro, se nella vita non si ha voglia di diventare attori. Si pensa che il teatro sia solo un “fatto” artistico e che per andare in scena basti “dire ad alta voce cose scritte da altri”. Questo è vero, in parte. Partecipare ad un corso di teatro significa, invece, presentarsi a se stesso, prendere coscienza di sé, della propria fisicità, comprendere il linguaggio del proprio corpo, la grammatica sui cui si fondano i propri strumenti espressivi.  Il teatro, più di ogni altra arte, “ruba” alla vita, la mette in scena, ha bisogno della vita per essere riconosciuto, realizzato. Non c’è teatro se manca la rappresentazione della vita.

Per rappresentare la vita, per riuscire a mettere in scena la vita, bisogna conoscerla. Per trasmettere emozioni, bisogna conoscerle. Conoscere, almeno, il modo che ognuno di noi ha di trasmettere questa o quella emozione.

Iscriversi ad un corso di teatro significa intraprendere un cammino verso la conoscenza del proprio mondo interiore, del modo migliore per renderlo visibile agli altri attraverso l’uso consapevole del proprio corpo e della propria voce.

Tutti dovrebbero iscriversi ad un corso di teatro, fare esercizi, praticare training, provare ad andare in scena. Specie oggi, dove il nostro tempo si consuma a leggere chat, a navigare in rete, a soddisfare attraverso internet un desiderio di conoscenza e di comunità che crea, volente o nolente, identità immateriali, prive di quella fisicità corporea e vocale che pure possediamo e che è, anzi, il nostro vero dato reale, l’unico di cui non potremmo fare a meno. (Fine I Parte)

Francesco Scotto- Presidente Linguaggi Trasversali

 

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