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La magia sta per iniziare: clicca sulla immagine e lasciati sorprendere!

Benvenuti alla rassegna “Teatro da Camera”, un ciclo di spettacoli che celebra il teatro in uno spazio raccolto e suggestivo, riservato a sole 40 persone. Questo ambiente intimo permette una connessione profonda tra attori e pubblico, rendendo ogni rappresentazione un’esperienza unica e personale. Scopri il nostro programma e immergiti in storie cariche di emozioni, dove il teatro si fa vicino, autentico e coinvolgente.

I nostri partner

VENERDì 15 NOVEMBRE 2024

ore 20.30

sede proteatro, p.zza iv novembre - baiano (AV)

Che cosa fa un angelo custode? Forse si muove, come un ombra, dietro il suo protetto e ne racconta la storia come guardandolo da dietro le quinte della sua vita e ne scrive ogni passaggio, ogni difficoltà come un copione pieno di sorprese ma dal finale sempre scontato perché il destino è un pessimo autore. Un angelo custode si ritrova a proteggere un giovane attore di teatro e ne racconta la storia: una storia di viaggi, rinunce, turbine bruciate, memorie, repliche, lettere, rimborsi spese, provini andati male e qualche piccola gioia. L’angelo scopre che il suo lavoro non è tanto diverso da quello del suo protetto: anche gli attori proteggono i loro personaggi, cercando di dargli la giusta voce, di metterli sulla buona strada, di riparare agli errori… proprio come un angelo custode fa con il suo uomo.

VENERDì 13 dicembre 2024

ore 20.30

sede proteatro, p.zza iv novembre - baiano (AV)

Il monologo racconta la storia di Marta, una ragazza di paese che va in città e che presa dall’entusiasmo gira senza sosta e, ingorda di esperienze e novità, finisce con l’essere travolta da una vita più veloce di lei dove stare al passo è un atto faticoso e di forte straniamento. Rischia di essere sopraffatta da una routine asfissiante e tiranna e si rende conto che deve scegliere tra “campare” e “sognare”. Una scelta troppo difficile da fare, specie quando si è costretti a vivere in apnea.

Marta ha quindi bisogno di riappropriarsi del proprio tempo e di evadere da quella prigione emotiva nella quale si ritrova confinata. Raggiunge una panchina, unico elemento di una scenografia volutamente spoglia, che si trova al centro di una scena. Quello è il suo spazio sicuro. Un luogo dove respirare e assaporare il tempo nella sua lentezza e nella propria interezza. Marta da lì può finalmente osservare il mondo e riflettere su se stessa, in un percorso di crescita onirico alla ricerca della consapevolezza di sé e di una nuova coscienza. È chiamata a confrontarsi con il suo passato carico di ricordi, oggetti e voci che sembrano guidarla e indicarle la strada. La scelta di seguire quei segni farà sì che possa lasciarsi alle spalle le abitudini di una vita. Riuscirà a raggiungere la meta, se di meta possiamo parlare, quando deciderà di assecondare il proprio tempo interiore e dedicarsi all’apertura di un bar, luogo/non luogo dove riscoprirsi, nutrire l’anima e finalmente abbracciare il cambiamento.

BAR è una riflessione sul tempo negato e sull’importanza di non lasciarsi trascinare dal ritmo tiranno del mondo di fuori. Lo spettatore, seguendo la storia della protagonista, è implicitamente invitato a preservarsi e a riscoprire quanto sono preziosi gli attimi di sospensione che dedichiamo a noi stessi. L’azione si svolge in un tempo sospeso, in un luogo che per la protagonista è il suo luogo, quello dell’incontro col suo tempo interiore, quel tempo che così faticosamente è riuscita a ritrovare.

VENERDì 17 gennaio 2025

ore 20.30

sede proteatro, p.zza iv novembre - baiano (AV)

“Memorie di guerra. “Purtroppo la gente non impara granchè dalla guerra. Avevamo talmente bisogno l’uno dell’altro che eravamo buoni, ci nascondevamo a vicenda, ci sfamavamo a vicenda. Ma quando tutto finì, la gente fu di nuovo la stessa, cattiva e pettegola.”

VENERDì 21 febbraio 2025

ore 20.30

sede proteatro, p.zza iv novembre - baiano (AV)

1950: Salvatore (30 anni, ignorante ma buono, ha combattuto la Seconda guerra mondiale), Maria (25 anni, è uscita dal convento in cui è stata per anni, una sognatrice) e Pasquale (22 anni, l’unico ad aver studiato, tende ad essere saccente ma rimane tenero nel porsi con gli altri) sono tre fratelli napoletani che come tanti giovani soffrono le conseguenze della guerra. Pasquale compra il viaggio verso l’America per tutti e tre, contento di aver ricevuto delle lettere da un suo amico di studi americano, Thomas, che sostiene di poter offrire loro un alloggio ed un lavoro. I tre partono, lasciando a casa il padre che è moralmente devastato dalla scomparsa della madre. I problemi che i tre personaggi affrontano durante l’esodo migratorio sono molteplici, dalle pessime condizioni in cui si trovano i loro posti sulla nave, al traumatico arrivo ad Ellis Island dove sostengono le visite mediche per poter approdare in America. Durante questo viaggio però l’umore dei tre fratelli cambia, perché si scopre che in realtà non esiste nessun Thomas ma è stato Pasquale ad aver inventato tutto pur di fuggire da Napoli e portare i fratelli con sé. All’arrivo in America si trovano quindi in una situazione di estrema povertà e razzismo. Cresce la tensione tra i tre, tensione che esplode e costringe Pasquale a svelare tutta la verità: è stato il padre a prendere i biglietti per tutti e tre, perché era coperto di debiti e aveva strozzini alle calcagna, e non voleva che succedesse qualcosa ai figli o che pagassero per i suoi errori. Ha inoltre organizzato la partenza dicendo la verità solo a Pasquale perché sapeva che gli altri non avrebbero accettato di abbandonare quella situazione. I tre decidono quindi di tornare in patria, ma in questo ritorno un naufragio lascia incerte le loro sorti. Le ultime immagini dello spettacolo lasciano quindi pensare che tutto quello visto sino ad ora non sia altro che un insieme di ricordi, e che in realtà i tre fratelli sono dall’inizio del viaggio su un’altra barca, quella che li traghetterà in un posto diverso da quello che immaginano. Inevitabile sorge il paragone con il tragico esodo migratorio che oggi vede protagonisti i popoli africani e ci troviamo a riflettere su quello che è toccato a noi, proponendo provocatoriamente un cambiamento di prospettiva che vede i carnefici ritrovarsi al posto delle vittime, e che magari può dare spunti di riflessioni su un tema che tocca inevitabilmente tutti noi. La migrazione è un ciclo continuo, che va da un popolo all’altro e ne vede sempre gli stessi effetti, dall’esodo, alla discriminazione, all’appropriazione culturale, in un’infinita danza di contrasti e aperture.

VENERDì 21 MARZO 2025

ore 20.30

sede proteatro, p.zza iv novembre - baiano (AV)

Commedia a due personaggi ambientata ai nostri giorni, “Regina Madre” prende le mosse da un classico ‘ritorno a casa’. Alfredo, segnato dal duplice fallimento di un matrimonio naufragato, che ancora lo coinvolge, e di un’attività giornalistica nella quale non è riuscito ad emergere, un giorno si presenta a casa della madre dichiarandosi deciso a rimanervi per poterla assistere nella malattia. In realtà egli nutre il segreto intento di realizzare uno scoop da cronista senza scrupoli: raccontare gli ultimi mesi e la morte della vecchia signora. Ma la signora, di nome Regina, seppure affetta da ogni specie di infermità, appartiene alla categoria delle matriarche indistruttibili. Tra i due personaggi in scena si instaura così un teso duello, condotto mediante uno scambio ininterrotto di ricatti e ritorsioni, di menzogne e affabulazioni. Fa da cornice alla vicenda un interno dall’aria domestica e rassicurante, che però, nell’offrire un perimetro ben preciso ai fantasmi mentali dei protagonisti, finisce per assumere i toni e le suggestioni di un realismo allucinato. In questo microcosmo dai confini continuamente invocati e negati, madre e figlio si inseguono, si cercano e si respingono saccheggiando presente, passato e futuro, in una incalzante altalena di emozioni che hanno nel grottesco la tonalità dominante. A soccombere, alla fine, sarà il figlio. Ma, come sempre accade nelle coppie legate per la vita e per la morte, anche qui non sarà possibile, e neanche legittimo, distinguere il vincitore dal vinto.

VENERDì 17 aprile 2025

ore 20.30

sede proteatro, p.zza iv novembre - baiano (AV)

1807. Londra. Charles e Mary Lamb pubblicano “Tales from Shakespeare”, una raccolta di racconti in cui i drammi shakespeariani vengono stravolti e riscritti in forma narrativa. Ma, come spesso accade, dietro alle pagine stampate c’è molto di più. Lei è una persona geniale. Brillante, schietta e vivace, ha la colpa di essere una donna straordinaria e dalla prorompente femminilità in un mondo per soli uomini, Lui è un contabile della East India Company, ma è innanzitutto un poeta e saggista, uno scapolo ironico e melanconico. E proprio la melanconia, un sentimento all’epoca sconosciuto, lo costringe a un anno di manicomio. Poco dopo il suo ritorno alla normalità la sorella, presa da un raptus di follia, pugnala a morte la madre. Isolato da tutti per sua stessa volontà e per proteggere la sorella dall’esperienza orribile che lui stesso aveva vissuto, Charles aiuterà Mary, vittima della sua malattia, a evadere da quel macabro scenario di vita attraverso la dedizione al teatro, al gioco e alla scrittura. E nascerà così il loro capolavoro.